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Una vorticosa vicenda familiare racconta un mondo di antiche civiltà. L'autrice, attraverso gli "occhi a candela" di una nonna che non ha mai conosciuto, svela fatti, curiosità, stranezze, carezze di una piccola comunità adagiata su una collina di un fazzoletto di roccia in cui il tempo non ha tanta fretta di scorrere, lasciandosi alle spalle frammenti di ricordi. Questi, ricuciti, diventano storie avvincenti di migrazioni, di guerre, di laboriosa povertà, di solidarietà discreta, di amori che prima o poi dovranno sbocciare perché al fato o alla provvidenza non si può comandare. Un libro che si sviluppa agli albori del '900, sboccia in stagione fiorente di commerci e industrie, passa attraverso lo spopolamento, tracciando una evoluzione comune a tutti i borghi dell'Appennino. Così, anche chi non è nato e cresciuto a Frosolone, rivedrà la propria infanzia, i propri nonni, le proprie radici, dalle quali non sarà mai completamente capace di staccarsi. Né forse vorrà mai farlo.